Un appunto sui C.L.I.

Incontrarsi in un centro commerciale dopo dieci anni che non ci si vede… e va a finire che nulla è cambiato: la prima cosa di cui si parla è la Musica, ascoltata e suonata ai tempi dell’università… Ho conosciuto Angelo ai tempi dell’università, ai tempi in cui era un capellone che militava in un gruppo metal locale chiamato Forgotten Hope. Esperienza molto interessante per lui ma che ha dovuto abbandonare per questioni professionali nel 2012. Solo che non sa proprio stare fermo a livello musicale e si lascia coinvolgere, un annetto fa da Francesco Brisinda, di San Giovanni in Fiore ed è la mente che ha voluto Angelo al suo fianco nel progetto proprio per i suoi trascorsi ed esperienze Metal e per la sua Militanza nei già citati Forgotten Hope. Hey, ho in mente un progettino mica male in mente. Atmospheric Black Metal, adoro la tua voce e vorrei partecipassi alla registrazione di un Ep di prossima uscita. Angelo non se lo fa ripetere due volte e in men che non si dica Angelo accetta ed ecco che sfornano questo piacevole assaggio per il prossimo Ep Il primo brano inciso e pubblicato si intitola Loricum ed è dedicato, si evince dal nome latinizzato a Lorica, una località turistica della Sila grande ma trascende da ciò per indicare tutta questa Calabria. Il brano presenta un’intro di chitarra arpeggiata, con tonalità d’un rock atmosferico e molto tecnico ma non lasciatevi ingannare perché tutto questo lascia spazio quasi subito a una musica aggressiva e ci catapulta nella migliore tradizione black con influenze Doom e PostBlack.
Ma non è solo il “suono” che colpisce, è quasi l’insolita, credo struttura della canzone. Certa Musica estrema non è solo “nero” e tutto ciò che ne deriva, anzi ma sa essere piuttosto intimistica ma il gruppo, di cui fa anche parte Giando Sestito che cura con un suo stile personale tutte le linee di basso della formazione, ha creato un piacevole miscuglio di Metal Estremo e un testo tanto semplice quando profondo, pur nella sua semplicità di parole non ricercate.
Un testo a prima vista molto sognante ma che sa essere molto umano, parlandoci del senso di vuoto che viviamo oggi sballottati avanti&indietro alla ricerca di noi stessi e allo stesso tempo ci perdiamo senza riuscire a trovarci. Piacevole il contrasto tra le sonorità che affondano le radici nel metal classico di anni 80 e non tanto il cantante ma la descrizione e la voce “cantante” ci fanno venire in mente una balconata, magari quella del nostro paese, da cui guardiamo spesso il mare e ci siamo affezionati perché ci andavamo a bere o fumare con gli amici e ci abbiamo baciato la prima volta una ragazza. La Malinconia del testo ci fa pensare che siamo lontani da quella balconata ma che la pensiamo con affetto. Si, uso questa prima persona perché l’autore del testo riesce, anche con poche parole a immedesimarci nella sua sensazione. Il brano è composto da due “tronconi” di versi. A metà vi è un forte&aggressivo capovolgimento del brano, la voce di Angelo diventa molto più “heavy” e “black” come l’atmosfera del testo
In Sintesi, nel suo piccolo Angelo facendomi ascoltare questo brano è riuscito nella non semplice sfida di farmi avvicinare a sonorità di cui non sono stato mai un grande appassionato, anzi… E stranamente sono rimasto all’ascolto del brano per tutta la sua durata. Quindi non mi resta che aspettare quest’inverno per procurarmi il primo Ep…

I Cruel Life Inside, foto concessa da Angelo

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