Adele Rombolà è un’attrice che nasce a Tropea nel 1978.
Ho incontrato il teatro nei corridoi universitari, trovando in bacheca l’annuncio di un mio docente di Architettura, Renato Nicolini che insieme la sua compagna, l’attrice Marilù Prati, stavano dando vita ad un laboratorio teatrale universitario, ed invitavano i ragazzi della Mediterranea ad un primo incontro al teatro Politeama “Siracusa” di Reggio Calabria.
Quella di fare teatro, dice, non è stata una decisione bensì una casualità che si è trasformata in passione e necessità personale. Ho avuto sempre un’indole creativa, da bambina adoravo disegnare e, alla fatidica domanda “cosa farai da grande?”, rispondevo “la Stilista!”, ma ho intrapreso studi scientifici influenzata dalla famiglia che, desiderando il mio bene, avrebbe preferito uno sbocco professionale sicuro.
Iniziando a fare teatro, mondo totalmente sconosciuto fino allora, pensavo sarei riuscita a conciliare questa nuova passione con gli studi di Architettura. Ma più mi ci addentravo, in questo nuovo percorso piano piano mi allontanavo dall’obiettivo che mi aveva portato a Reggio Calabria, ossia la laurea in Architettura.
È un mestiere che ti fa vivere nell’incertezza, quindi mi ritrovo ogni giorno a rinnovare questa scelta, ma oggi la faccio con fermezza e senza più esitazioni. Scelta cementificata durante il primo lockdown.
Non ho avuto una formazione accademica, ma mi sono formata all’interno di un vero teatro (una grande fortuna oggi, che i teatri chiudono cambiando destinazione d’uso), lavorando con professionisti del settore, in ogni ambito della messiscena teatrale.
Consigli di fare teatro in Calabria? Dovresti chiedermi se consiglio di fare teatro! Di sicuro, il Covid ha peggiorato una situazione già di suo non rosea. Per questo, come ti ho già detto, scegliere di farlo è una necessità personale. Per quanto mi riguarda, posso dirti che la Calabria è ricca di piccole realtà che lavorano con grande fatica, le loro produzioni indipendenti danno un forte contributo sociale al territorio.
Hai mai fatto cinema? Si! È un’esperienza maturata già in teatro, per alcuni spettacoli ci siamo serviti della “video-arte” e di riprese cinematografiche esterne. Oltre questo, parallelamente al teatro ho lavorato per produzioni sia televisive che cinematografiche.
Andresti a vivere a Roma dove ci sono più possibilità? Un tempo pensare di trasferirsi aveva senso ma oggi l’idea non mi sfiora più, perché dovrei? Se ci pensi, molte produzioni stanno scoprendo la nostra regione. Se un set con relativo cast può venire in Calabria, perché io in quanto attrice non posso andare a Roma per quel breve periodo, giusto per la lavorazione del film? Ormai è risaputo che, da anni, la Calabria è meta di produzioni italiane ed estere, inoltre noto facciano capolino pure produzioni calabresi ma quel che mi fa rabbia è il potenziale artistico sprecato della Calabria perché le produzioni arrivano con un cast già formato. La nostra regione si presta bene a essere un set cinematografico e viene valorizzata solo paesaggisticamente, gli artisti, ossia gli attori, restano relegati ai margini di ciascuna produzione, sia locale che esterna.
Quando le chiedo quale sia lo spettacolo a cui è maggiormente legata, lei mi risponde sia impossibile sceglierne solo uno. Piuttosto deve elencarne quattro e per ciascuno mi da una motivazione, soprattutto intrisa di affetto:
1) 2002, “Nozze” di Elias Canetti. Regia di Renato Nicolini. Teatro Politeama-Siracusa di Reggio Calabria. È lo spettacolo con cui ho debuttato a teatro, oltre ad essere lo spettacolo con cui ha debuttato quella che poi è diventata la mia compagnia: Mediterranea Teatro.
2) 2012 “Pirandello-Drei” di Renato Nicolini da “Vestire gli ignudi” di L. Pirandello. Regia di Renato Nicolini e Marilù Prati. Teatro Politeama-Siracusa di Reggio Calabria. È l’ultima drammaturgia scritta dal nostro direttore artistico-regista e drammaturgo. L’ultimo splendido regalo fatto prima di lasciarci.
3) 2011 “La brocca rotta a Ferramonti” di Francesco Suriano (tratto da “La brocca rotta” di Heinrich Von Kleist), regia di Francesco Suriano e Renato Nicolini, Teatro Sybaris, Castrovillari (Cs). Prima Nazionale per “Primavera dei teatri” XII edizione. È uno spettacolo che ho amato moltissimo, non solo per la bellezza dello spettacolo in sé e perché eravamo in uno dei festival più importanti, ma per il percorso che ci ha portati al debutto e che ha rappresentato uno dei periodi più felici della mia vita, in cui mi sono sentita realizzata come attrice.
4) 2018 “Interrogatorio a Maria” di Giovanni Testori, regia di Walter Manfré, Clan Off Teatro, Messina.
Walter Manfrè era un regista che stimavo molto per i modelli e metodi di interpretazione propri del suo “Teatro della Persona”. Desideravo da tempo conoscerlo e lavorare con lui, quando si presentò l’occasione nel 2018 realizzai un sogno. Questo è stato un altro dei periodi più felici della mia vita anche per il rapporto umano creatosi con Walter e i miei colleghi.
Progetti futuri? Dopo la morte del direttore artistico Renato Nicolini, avvenuta nel 2012, con Mediterranea Teatro siamo andati avanti fino il 2015 ma poi ognuno ha preso la propria strada. Oggi, svolgo la mia professione autonomamente, sono aperta a collaborazioni con altre realtà sia nel settore del teatro che nel cinema. Sai, più ami il tuo mestiere e più cerchi di approfondire e ampliare le tue competenze anche in ambiti diversi ma collegate comunque alla recitazione, per esempio negli ultimi tempi mi dedico all’acquisire competenze nell’ambito della creazione di contenuti audiovideo e del doppiaggio. Mi sto dedicando alla stesura di una mia prima drammaturgia, quando sarà pronta ne parleremo.
Così restiamo in contatto per un’altra chiacchierata.
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Dal profilo fb dell’Attrice, Adele Rombolà
Per gentile Concessione
